1 – L’appello pubblicato sul sito INASA (sito dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte), grazie alla disponibilità e al lavoro del dott. Massimo Pomponi, ha superato le 1200 adesioni.
2 – Ha avuto una discreta copertura di stampa: Repubblica, Verità, il Fatto, Giornale dell’Arte, La Nuova Venezia e altri siti web.
3 – Ha provocato un contromanifesto da parte di alcuni archeologi universitari e di alcuni dirigenti ed ex dirigenti del MiBAC (non archeologi), con non molte firme ma ben pubblicizzato da Corriere, Giornale dell’Arte, il Foglio…
4 – Un importante manifesto di pieno sostegno è stato sottoscritto dagli archeologi dell’Accademia dei Lincei, con richieste assai simili (anche questo ha avuto riscontri di stampa ed è stato pubblicato da INASA).
5 – Il nostro appello ha prodotto anche altri documenti piuttosto vicini alla critica da noi svolta da parte di A.P.I. (archeologi del pubblico impiego) e della CGIL, di Assotecnici, mentre distante resta la CISL. I dirigenti nazionali beni culturali di CGIL, UIL, FLP, UNSA lo hanno firmato, così come il Presidente di Italia Nostra. Interrogazioni parlamentari sono state presentate dall’on. Corrado del Gruppo 5Stelle.
6 – Le Consulte universitarie hanno promosso un incontro dedicato al tema della riforma e di eventuali proposte, dando vita ad un gruppo di lavoro con le associazioni di categoria.
7 – Un altro incontro dedicato allo stesso tema è stato promosso dall’Associazione Bianchi Bandinelli, anch’essa molto critica sulla riforma Franceschini.
8 – In tutto questo il Ministro non ha mai risposto ufficialmente alla richiesta d’incontro da noi inviata a gennaio, ma ha invece costituito una commissione composta per lo più da amministrativi interni al MiBAC e professori di economia della cultura esterni.
9 – Si ritiene anche utile prendere atto di altri elementi importanti. La circolare Famiglietti sulle concessioni di scavo riconosce l’incompetenza dei soprintendenti unici non archeologi a valutare le richieste di concessione (in piena contraddizione con la riforma). La reazione delle consulte universitarie che di fatto mettono in discussione la competenza del Direttore Generale unico in quanto non tecnico sono pure in contraddizione con la riforma (di fatto un DG che deve valutare campi così diversi può forse a buon diritto essere un giurista). La recente sentenza della Corte di Cassazione inoltre riconosce, respingendo un ricorso, che la nomina dei direttori di parchi e musei autonomi non è l’esito di una selezione concorsuale ma la scelta fiduciaria del Ministro.
10 – Il documento prodotto dal gruppo di lavoro istituito dalle consulte, pur non essendo completamente soddisfacente (e non è stato firmato infatti da API e Archeoimprese) riconosce tuttavia gran parte delle criticità provocate dalla riforma e di fatto sconfessa gli esiti attuali della riforma Franceschini, smentendo giudizi entusiastici espressi ad esempio dal prof. Carandini.
11 – Molto meno comprensibili sono invece le proposte formulate dalla Commissione e presentate dal Ministro, che, da quel che si capisce, non recepiscono e affrontano in realtà nessuno dei problemi da noi sollevati, ulteriormente accentuando il ruolo amministrativo del MiBAC tramite il Segretariato Generale, senza chiarire in cosa debba consistere l’autonomia delle Soprintendenze uniche, che verrebbero ulteriormente aumentate di numero; i poli non sarebbero affatto aboliti e il ritorno delle aree archeologiche alle soprintendenze ricreerebbe soluzioni paradossali (es. Museo di Cerveteri al Polo, area archeologica alla Soprintendenza). Si tratta di proposte ancora embrionali ma sulle quali sarà necessario prendere posizione, in quanto firmatari del primo appello per ribadire alcune condizioni irrinunciabili.
Bruno D’Agostino
Stefano De Caro
Francesco di Gennaro
Luigi Fozzati
Piero Guzzo
Adriano La Regina
Luigi Malnati
Bruno Massabò
Maria Luisa Nava
Paola Pelagatti
Raffaella Poggiani Keller
Anna Reggiani
Anna Maria Moretti Sgubini
Annalisa Zarattini
Fausto Zevi