Nell’area orientale del sito sono stati esplorati l’erario e, alle sue spalle, una piccola stoà, composta da tre ambienti affacciati su un’area porticata e destinati a custodire le offerte dei fedeli.
Il complesso fu edificato negli ultimi anni del III sec. a.C., subito dopo il devastante passaggio delle truppe di Annibale.
Del tempio, tripartito e privo di podio, si conserva un basso zoccolo in pietrame sul quale si impostava l’alzato in terra cruda. La scelta della tecnica costruttiva e l’uso di materiali di recupero denotano la necessità di edificare tale struttura in modo rapido e nel corso degli eventi bellici ancora in atto.
La caratteristica doppia chiusura e la presenza, nella cella, di una trapeza (tavolo in pietra) con iscrizione in osco, hanno permesso di identificare l’edificio con l’erario del santuario. Alle spalle della trapeza sono stati rinvenuti i resti di una cassa di legno interrata contenente numerose monete e alcuni gioielli.
La struttura restò in uso fino agli inizi del I sec. a.C. e, anche a seguito di un rituale ufficiale di chiusura, i fedeli continuarono a portare offerte sulle sue rovine per altri 150 anni.